Una persona, con lavoro a tempo indeterminato presso la Pubblica Amministrazione, sta subendo il pignoramento dello stipendio a seguito di un debito con l'Agenzia Entrate, maturato quando essa gestiva un'attività imprenditoriale.
L'Agenzia Entrate Riscossioni (AER) ha notificato alla banca, presso la quale essa detiene il conto corrente, un pignoramento presso terzi e la banca ha poi provveduto a bloccarle il conto. La persona in questione ci chiede, quali regole valgono in questi casi.


Per prima cosa vi è da dire che, AER può procedere al pignoramento del conto attraverso la cd. procedura "diretta", cioè non vi è bisogno che il pignoramento venga sottoposto al vaglio e confermato dal giudice dell'esecuzione. AER dà infatti l'ordine alla banca (terzo pignorato), di pagare direttamente allo stesso Agente della riscossione, cioè AER, nel termine di 60 giorni dalla notifica, le somme presenti sul conto al momento della notifica, con esclusione delle somme relative all'ultimo emolumento accreditato a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento.


Quindi la banca deve lasciare nella disponibilità della persona pignorata almeno l'ultimo emolumento pervenuto sul conto. AER dá inoltre ordine alla banca di pagare direttamente allo stesso Agente della riscossione, "alle rispettive scadenze, le restanti somme": si tratta qui, in particolare, dei successivi emolumenti che dovessero arrivare sul c/c nei mesi successivi.
Per questi vale però la regola: "le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di impiego, possono essere pignorate dall'Agente della riscossione in misura pari ad un decimo per importi fino a 2.500 euro e in misura pari ad un settimo per importi superiori a 2.500 euro e non superiori a 5.000 euro; inoltre pari ad un cuinto per importi superiori a 5.000 euro.“


Pare peró, che non tutte le banche si attengano a tali limiti; quindi il pignorato ha diritto di richiedere il rispetto dei principi fissati dalla legge, per avere nuovamente a disposizione tali somme. In caso di rifiuto da parte della banca, si può (e si dovrebbe) inoltrare alla stessa un reclamo.